L' INCREDIBILE STORIA DELL' "ISOLA DELLE ROSE" - REGIA DI SyDNEY SIBILIA


Se Campanellino non avesse svegliato quel bacchettone di Peter Pan, non avremmo saputo mai nulla dell'isola che non c'è e, quel ch'è peggio, non avremmo mai avuto la curiosità di sfidare le ombre della notte, per raggiungerla e vivere quelle straordinarie avventure che solo i sogni sanno regalare. Affascinato dalla fiaba e convinto dalle sue stesse fantasticherie, Giorgio Rosa, giovane bolognese geniale ed estroso, appena laureatosi in Ingegneria meccanica, costruisce un'isola al largo di Rimini e decide di farne ratificare la legittimità e l'indipendenza dal "Consiglio nazionale dell'ONU", dove si recherà di persona a perorare la causa della sua "Isola che c'é" e trovasi in mare libero, poco al di là  delle acque territoriali che altrimenti la legherebbero all'Italia. A sostenere ed ad aiutare Giorgio nell'impresa, e dunque poi,  primi cittadini del neo-stato repubblicano, erano stati: un amico ricco e beone, figlio del proprietario di una fabbrica di barche, un ufficiale tedesco disertore della seconda guerra mondiale e una ragazza madre, in fuga dai genitori cui vuole nascondere una gravidanza indesiderata. 
E' una storia incredibile, ma "se si sogna un mondo migliore bisognerà pure che qualcuno prenda l'iniziativa e lo costruisca"; una volta realizzato, si procederà a dotarlo di tutte quelle carte in regola perché vi si possa vivere liberi e felici ! 
Giorgio realizzerà il suo sogno e noi, spettatori attoniti, finiamo per crederci veramente, perché Elio Germano, l'attore protagonista  non lascia spazio  a dubbi sulla veridicità del racconto. Con la sua solita grazia, con quell'ironia sottile di cui è maestro, ci tiene  "legati a un granello di sabbia", facendoci ridere di gusto, senza per questo consentirci di distogliere l'attenzione sul risvolto serio e amaro di tanta apparente leggerezza. Il contesto politico  contro cui è destinata ad infrangersi la barchetta della fantasia è torbido ed ambiguo tanto quanto l'acqua  su cui sorge l'isoletta delle rose, è limpida e trasparente. In poco tempo la piccola neo-repubblica attrae un sempre maggiore numero di visitatori, di ragazzi  che disertano le balere della terra ferma, pur di passare una serata in quel minuscolo "Stato libero" . In tanti progettano addirittura di trasferirsi e, in massa, cominciano a chiedere la cittadinanza.

A Rimini, non si parla d'altro; la notizia è in prima pagina su tutti i giornali, anche stranieri! Finalmente anche il "Palazzo" a Roma realizza che il caso va preso in seria considerazione perché lo si possa liquidare al più presto, anche con un intervento armato, come suggerisce sbrigativamente, il Presidente della Repubblica!

Chi avesse nostalgia, penso tanti, della "Commedia all'italiana" si goda questo spaccato d'Italia della fine degli anni '60 e non sarà deluso. Due grandi attori di oggi, all'altezza di quelli di ieri: Luca Zingaretti, nel ruolo di Giovanni Leone, allora Presidente del consiglio e Fabrizio Bentivoglio nel ruolo di Franco Restivo, allora Ministro degli Interni, fanno a gara, per rendere al meglio l'idea di quella politica ombelicale e arruffona, paga del suo potere  e sorda alle istanze sociali sessantottesche; figuriamoci poi...prestare attenzione al sogno stravagante di un bolognese qualsiasi, sia pur geniale.

Sidney Sibilia, il regista, in questo film si conferma arguto ed acuto osservatore anche nel saper ricostruire un' epoca che non ha vissuto, ma di cui riesce a cogliere miseria e nobiltà anche attraverso un montaggio sapiente che accosta, per esempio, le realtà più disparate: Rimini, Roma, Strasburgo, New York, quasi fossero tessere di un puzzle che però non vogliono saperne di stare unite e "dialogare".

Malinconica e a tratti, dolente, la fotografia, dopo l'abbaglio iniziale raggelato poi anche dalla neve di Strasburgo che però, non scoraggia il protagonista, determinato ad andare sino in fondo per la sua creatura.

 Grandiosi gli effetti speciali, premiati col "Davide 2021" e ai quali  va dato il merito, di avere posto virtualmente in essere una realtà paradossale  e renderla credibile, tenendo alta anche la suspense, soprattutto nei momenti più drammatici e, in particolare, nelle scene finali, quando da Roma autorizzano di attaccare con ogni mezzo, compresa l'Andrea Doria, quella cellula geopolitica galleggiante , pericolosissima(?!?!?!) che, tra i rischi non da poco, annoverava  anche quello di trovarsi  in acque libere sì, ma troppo vicine ai "Comunisti"!

L'isola salterà in aria, i suoi abitanti catturati, il sogno è svanito, ma non appare  un'alba consolatoria, bensì quella lunga notte, "grazie" alla quale ancora brancoliamo nel buio!

"Sole spento", la canzone che sentiamo in chiusura, sigla l'ultima scena e invita a riconnetterci con la realtà , così pure lo sguardo affettuoso, disincantato e tenero di Gabriella, la fidanzata di Giorgio, che non ha mai del tutto condiviso  il folle progetto . Perfetta e meritatamente premiata col "Davide", l'attrice Matilda De Angelis  nel ruolo di alter ego del geniale protagonista. 

Epilogo ; giacché il film é ispirato ad una vicenda realmente accaduta è opportuno fare luce sull'altra metà della storia:

 Giorgio e Gabriella convoleranno a giuste nozze  e vivranno felici e contenti, si presume, ma quel che più conta , sotto il profilo geografico e geo politico, la linea di confine delle acque territoriali italiane, di fronte Rimini sarà spostata di qualche miglio pù in là!

                                                  (Jolanda Elettra Di Stefano)

   


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