“Bardo, la cronaca falsa di alcune verità”, regia di Alejandro Gonzales Iñárritu “Bardo” ci cattura sin da subito, facendoci seguire un’ombra che avanza tra nodi di sterpi lungo una landa sterminata e desertica; a un tratto, all'orizzonte, una striscia azzurra, luminosa interrompe l’inquietante monotonia dell’immagine e l’ombra si materializza in un uomo che, in tutt'altro contesto, un lungo corridoio d’ospedale, attende, ansioso e paziente, la nascita del suo primogenito. Iñárritu non si smentisce. Anche qui, come nelle altre sue precedenti opere, tutto è reale, tutto è metafora! Il bimbo nasce in buona salute e, già miracolosamente in grado di parlare, esprime senza mezzi termini il suo disgusto per il mondo; medici e infermieri non trovano altro di meglio da fare che reintrodurlo tempestivamente nell'utero della madre e dimetterli entrambi. Tutto il film va letto dunque nell'ottica del ri
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