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Visualizzazione dei post da febbraio, 2022
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                                           L’inganno perfetto- Regia di Bill Condon- (2020)   Mentire è un’arte, perciò ci si lascia ingannare volentieri da un’opera che è insieme thriller e commedia, sofisticata commedia, alla quale danno vita   due mostri sacri della scena come Helen Mirren e Jan Mckellen , supportati da una spalla, Russel Tovey,   che non sfigura accanto a loro, anzi si rivela, con umiltà   e sufficiente disinvoltura, all’altezza del ruolo,   contribuendo a rendere credibile una storia inverosimile, un inganno ordito sin nei minimi particolari, perché finalizzato a smantellare, a sua volta, un edificio di bugie costruito con altrettanta perizia e cinica determinazione. Non posso, per ovvie ragioni, rivelare altro e dunque mi tratterrò nei limiti di quello che la suspence esige;   leggerò il film usando una delle chiavi con cui esso si dispone più facilmente ad essere letto, la più divertente, quella   dell’ironia, nonostante siano presenti, sin dall’inizio, elemen
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                               "  L’ origine del mondo”- regia di Laurent Lafitte - (2020) Il complesso di Edipo torna a far parlare di sé e si impone alla nostra attenzione con questo film dal titolo spudoratamente emblematico: “L’Origine del mondo”, ispirato al quadro omonimo di Courbet. Laurent Lafitte, attore protagonista, e regista in questo caso, ripropone il dramma classico, ma lo fa con una naturalezza e un senso dello humor che ci fa sorvolare su qualche particolare piccante e poi concentrare su di una vicenda che ha, a dir poco, del paradossale. Essa viene raccontata, con originalità e fantasia mediante quadri e “comic situations” che si inseguono a ritmo incalzante, grazie ad un’interpretazione magistrale di attori, perfettamente complici fra di loro e in sintonia con il ruolo che svolgono. In tempi di femminismo radicale,   questa sincera confessione di quanto, anche nel secondo millennio, sia difficile per un uomo diventare “uomo”, recidere il cordone ombelicale e v
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                                 Lo specchio della Shoah                                     Wilhelm Reich “L’amore, il lavoro, la conoscenza sono le fonti della nostra vita. Dovrebbero anche governarla! Tale assunto vale per tutte le epoche, dovrebbe indirizzare tutti i comportamenti umani ed essere principio ispiratore di ogni forma di governo”. Sono parole di Wilhelm Reich, filosofo e psichiatra testimone e vittima della follia di Hitler. Costretto a fuggire, infatti, dalla Germania, in seguito   alla promulgazione delle leggi razziali, visse in America dove pubblicò saggi   fondamentali per capire, conoscere e non certo giustificare, l’orrore del nazifascismo e tutte le sue nefaste conseguenze. “Egli applicò la sua conoscenza clinica della struttura del carattere umano alla scena sociale e politica, respinse fermamente il concetto che il fascismo fosse l’azione di un singolo individuo o di una sola nazione o di un solo gruppo etnico o politico. Negò anche una spiegazione di ess