Processo a Socrate

 


Socrate: "Cosa abbiate provato, voi cittadini Ateniesi, alle asserzioni dei miei accusatori io non so dire, ma tra le molte affermazioni che essi fecero mentendo, una mi ha colpito di più ed è questa nella quale sostennero che occorreva che voi vi guardaste bene da non essere tratti in inganno da me, come da uno navigato nell'arte del parlare. Che non abbiano mai provato vergogna per il fatto che subito sarebbero stati smentiti da me con i fatti: dire di me che io sia un abile parlatore è il colmo della loro impudenza, a meno che essi non chiamino parlare sagace chi dice la verità! Perché, se affermano questo, costoro non hanno detto nulla di vero: voi invece udrete da me tutta la verità e non discorsi elaborati elegantemente, come quelli di costoro, adorni di frasi e belle parole...E' la prima volta , ora, che io salgo in tribunale, all'età di settant'anni e pertanto sono poco esperto del linguaggio adatto a questo luogo...ora dunque soprattutto di questo vi prego, non badate al modo con cui io mi esprimo, che sia migliore o peggiore di quello dei miei accusatori, ma considerate solo questo: se dico o non dico cose giuste, perché questo è il compito di chi giudica, mentre quello di chi parla è quello di dire la verità"!   (Dal " Processo a Socrate trascritto e documentato da Platone nell"Apologia")

                                    

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