" Le vieil homme et l'enfant"

Anche la shoah ha trovato, cinematograficamente parlando, il suo angelo vendicatore, in un bimbo che riesce, con la sola forza dell'innocenza, a liberare il cuore di un uomo, dal gelo in cui lo teneva stretto, il pregiudizio.

Durante la seconda guerra mondiale, un vecchio  contadino ospita, in campagna, lontano da Parigi, occupata dai nazisti, un bambino ebreo; Non sa che è ebreo  e certo lui, non ha nessuna simpatia per gli ebrei; lo accoglie comunque, perché è un orfanello sfollato, per fare un'opera di carità. Gli si affezionerà, come può fare un nonno con un nipotino e col passar del tempo- vedremo- anche tutte quelle strane idee sulla razza, che pure lo avevano convinto in passato, perderanno consistenza nella sua mente, e il verbo antisemita, a poco a poco, rovinerà, dinanzi alle ragioni del cuore.

Splendida l'interpretazione di Michel Simon(l'anziano protagonista),  altrettanto apprezzabile quella del bambino (Roger Carel) al suo esordio, il suo sguardo sul mondo dà spessore e grazia  al film, nato dall'esigenza del regista, Claude Berri, di ricostruire per ricordare e non rimuovere, una dolorosa esperienza personale. 

                                                            ( Jolanda Elettra Di Stefano )   

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