NOTE SEMISERIE SUL FILM :"MANK"

 Se torniamo al tema di "superficie" del film :"Mank", possiamo anche divertirci, citando clamorosi casi di quella che la psicoanalisi definisce: "Invidia penis".

La dea Minerva -racconta Ovidio- nelle "Metamorfosi", trasformò in ragno, una fanciulla, Aracne, che altro torto non aveva se non quello di saper tessere talmente bene da scatenare la rabbia invidiosa della dea nei confronti di colei che aveva osato farle ombra!

Dante Alighieri, pur riconoscendo la grandezza e la profondità del pensiero antico, latino, greco ed arabo, non fece mai cenno ad un poema, assai noto nel mondo latino e mediorientale, in cui si parlava di un viaggio ultraterreno in un mondo  tripartito, come quello che immaginò Dante, in osservanza ai principi del Cristianesimo, nella sua "Divina Commedia".

La rivalità tra Marlow e Shakespeare è a tutti nota ed è la più tragica tra le "querelles" di questo tipo: Marlow morì assassinato e fu un gioco facile, per i detrattori del bardo, attribuire a lui la responsabilità di quel delitto, su cui per altro mai si riuscì a far luce. Era una calunnia, Shakespeare ammirava moltissimo Marlow e lo considerava un maestro; che ci fosse conflittualità tra i due è ovvio pensarlo, ma era di quel tipo sano che spinge a fare di più e meglio. Penso che Shakespeare lo abbia ampiamente dimostrato!

Decisamente meschino nei confronti di Giacomo Leopardi. fu  Niccolò Tommaseo, scrittore e  critico, suo contemporaneo. Egli  attribuì la creatività del più grande poeta italiano dell'800 e il suo pessimismo, non ad un preciso presupposto estetico-filosofico, bensì alla scoliosi, di cui il poeta era affetto e quindi al complesso di cui la malattia era certamente causa. Ecco, secondo Tommaseo  da dove  sarebbe derivato tanto estro poetico!

Nessun contrasto ci risulta sia mai stato rilevato tra Carlo Goldoni, commediografo veneziano del '700 o, in questo caso ovviamente,  tra gli eredi  effettivi, o anche solo ideali, del Goldoni e Giovanni Verga, scrittore italiano, caposcuola del Verismo"; eppure "I Malavoglia", racconto sicilianissimo, è la versione tragica delle"Baruffe chiozzotte",  divertentissima commedia in dialetto veneto che della laguna racconta  gli umori, le voci  e l'atmosfera. come Verga, a sua volta, derivò dal mare  dolori, colori, calore e bellezza!

Nell'ambito della Pittura, un caso emblematico è quello del Verrocchio, per l'eccezionale fortuna che gli capitò nel tenere a bottega, un ragazzino di nome Leonardo, che veniva da Vinci. A costui, ancora alle prime armi, il maestro chiese di aiutarlo a completare il " Battesimo di Cristo". Leonardo dipinse un angelo di rara bellezza, tanto  che il Verrocchio, quando lo vide, gettò il pennello a terra, confessando di non avere più nulla da insegnare a quello straordinario Alunno"!

Nel 1492 Colombo scoperse l'America, che poi fu così chiamata in onore di Amerigo Vespucci, colui che la esplorò. Non ci risultano, a tutt'oggi, al riguardo esposti alla Procura!  Columbia, fu chiamato quel piccolo stato che si affaccia  sui Caraibi, uno splendido lembo di terra che, oltre a costituire il primo approdo  per Colombo, ha dato poi i natali  a Gabriele Garcia Marquez, niente male come destino di un popolo! 

E così via, si potrebbe continuare all'infinito, con esempi trasversali a tutte le arti, a tutte le scienze, in questo immenso villaggio globale che è la terra. Va però sottolineato che c'è un che di voieristico nella ricerca eccessiva di tali rivalità, vere o presunte. Innumerevoli sono poi i casi in cui gli alunni hanno superato i maestri; guai se così non fosse, il mondo non sarebbe mai andato avanti. Lo stesso Freud,  per esempio, fu poi "superato", per certi versi, da Jung e da Adler  i quali, sulla base dei precetti del maestro, spostarono la loro ricerca verso un'altra direzione e indagarono, guarda caso sulla creatività, a tutt'oggi un enigma per  la psicoanalisi. 

 Tornando al cinema un caso clamoroso fu la diatriba tra Federico Fellini e Ennio Flaiano, essa  ebbe pure un passaggio in tribunale, ma finì a tarallucci e vino; i due erano talmente amici che, al di là della somma che il regista dovette, in seguito alla sentenza, versare al suo alter-ego, nulla potè scalfire quell'affetto che li legò per tutta la vita. A quest'amicizia e a questa collaborazione, dobbiamo capolavori come: La Strada, I Vitelloni, La dolce vita e Fellini otto e mezzo, per i quali Flaiano aveva scritto le sceneggiature. 

Un po' meno elegante -fece allora notare la stampa italiana- Al Pacino, l'impareggiabile Al Pacino, quando ritirò il meritatissimo Oscar per " The scent of woman",  remake del precedente italiano. "Profumo di donna",  non fece cenno alcuno  a Vittorio Gassman che aveva interpretato per primo, lo stesso ruolo. 

Al riguardo sento il dovere invece di sottolineare le parole di una donna, la vedova di Giovanni Arpino, l'autore del romanzo  "Il buio e il miele", da cui entrambi i film sono tratti. Due bellissimi film al cinema. -Nessun particolare omaggio  mio marito ha ricevuto da parte del suo paese che, ingrato, mostra di averlo dimenticato!- Chiudiamo subito il capitolo" dei "remake" perché, si sa, oggi  essi sono regolati da precisi accordi commerciali  e giudiziari; se così non fosse i tribunali non avrebbero mai  tempo per occuparsi d'altro!

A proposito di Tribunali e di "invidia penis", prima  di chiudere non si può non accennare a "Woody Allen"  e all'annosa, indecente battaglia legale che lo vuole vittima e che  ha superato l'umana sopportazione. Che altro è se non la prova più macroscopica e tangibile, soprattutto per tutti noi che abbiamo apprezzato la sua arte per quello che vale  e non siamo minimamente interessati alle beghe meschine  e ai risvolti giudiziari di esse che vorrebbero sfinirlo, come uomo e come artista. Mi fermo qui perché  una semplice pagina di un blog qualunque non potrebbe mai  bastare a fare giustizia  di questo scempio! E'  un granello di sabbia; speriamo valga come augurio! Del resto Woody  si è difeso da se, magnificamente, col delizioso racconto della sua vita  "A proposito di niente"! Di niente, appunto, di quel niente che ben rappresenta i suoi persecutori..

Ancora una volta una bella lezione ci viene dall'antichità, per concludere: Omero non firmò mai le sue opere,  non solo  perché non è mai esistito, ma perché, se anche fosse esistito, la sua era un' epoca esemplare in cui la poesia e l'arte doveva rimanere anonima, perché in essa tutti dovevano riconoscersi; nessuno doveva primeggiare  perché l'arte, in quanto tale, doveva esprimere valori, idee e sentimenti, comuni a tutti! Vantarsi era considerato volgare!

Riflettete un po', cari amici, che siete arrivati con pazienza a leggere sino a qui: quanti allievi collaborarono con Michelangelo, per realizzare la Cappella Sistina? Certamente tanti, di loro non sappiamo  né quanti né chi fossero, ma di una cosa si può essere certi: quello spazio che divide la mano dell'uomo da quella di Dio,

 quello spazio che nessun algoritmo, per quanto preciso, nessuna logica umana può quantificare e ridurre a numero, quello spazio vuoto, proprio anche solo quello spazio vuoto,   rivela il "Genio"!

                                             (Jolanda Elettra Di Stefano)  

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