La PAROLA AI POETI - Continua
WILLIAM SHAKESPEARE:
La bisbetica domata
Caterina: Più egli mi oltraggia, e più il suo carattere si inasprisce...e ciò che mi fa più disperare è che egli pretende di provarmi con tutti questi mali trattamenti il suo amore. Si direbbe ad udirlo, che se io assaggiassi di qualche cibo o mi lasciassi andare al riposo, dovessi cadere tosto malata, o anche morirne. Ti prego, Grumio, vammi a trovare qualcosa da mangiare, quale che sia!
Pietruccio: (dopo averla lasciata digiunare) Vieni Caterina, noi andremo a vedere tuo padre, rimaniamoci cogli abiti semplici che ora indossiamo: le nostre saccocce saran piene d'oro, se i vestiti sono umili, ed è sempre l'anima , che rende ricco il corpo. Come il sole traluce dalle nubi più tenebrose, così l'onore traspare dagli abiti più rozzi. La cornacchia è forse di maggior pregio che l'allodola, perché la sua penna è più bella? Oh, no, cara Caterina, non scema il tuo valore anche se avvolta in quell'abito modesto, che tu non ami indossare. Se provi vergogna , ponila sul mio conto. via, sii lieta, partirem tosto per andare a celebrare una festa nella casa di tuo padre!
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V. Cardarelli: Oggi che ti aspettavo non sei venuta e la tua assenza so quel che mi dice, la tua assenza che tumultuava nel nel vuoto come una stella.
Dice che non vuoi amarmi
Come un temporale estivo, si annuncia e poi si allontana, così ti sei negata alla mia sete!
L'amore, sul nascere ha di questi improvvisi pentimenti.
Silenziosamente ci siamo intesi.
Amore, Amore, Amore, come sempre, vorrei coprirti di fiori e di insulti!
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Insomma il dubbio amletico da cui siamo partiti rimane e se proprio vogliamo una risposta, piuttosto che cercarla nel vento , affidiamoci ancora una volta ai maghi della parola; Montale per esempio, ci dà al riguardo, una spiegazione abbastanza plausibile:
Spesso il male di vivere ho incontrato, era il rivo strozzato che gorgoglia, era l'incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato!
Bene non seppi, fuori del prodigio che schiude la divina indifferenza: era la statua nella sonnolenza del meriggio, e la nuvola e il falco alto levato! (Da "Ossi di seppia")
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