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L'America si racconta dunque e per farlo ricorre ad un genere che forse è quello che le è più congeniale: il western, e insieme si avvale di quel paesaggio inquietante e malinconico, affascinante e sinistro, che lo ha reso mitico. L'intento del regista, Paul Greengrass però non è certo quello del revival, anzi è quello di rivelare le due anime di un popolo variegato e complesso, la sua buona e la cattiva coscienza, le sue guerre, la pace e i suoi dubbi; tutti aspetti che si fondono a fatica e con dolore nello sforzo di dar vita a quell'unica armonia possibile agli esseri umani: quella della tolleranza e della reciproca accettazione.
Texas-1870- il capitano Jefferson Kyle Kidd che ha combattuto nella guerra di secessione, si guadagna da vivere, girando di villaggio in villaggio dove svolge, con tanta buona volontà, leggendo i giornali che lui stesso porta, una capillare opera di informazione e intrattenimento che apre le menti e scalda il cuore di chi lo ascolta.
Lo accompagna una bimba, un'orfanella abbandonata di cui ha dovuto assumere la tutela, con l'impegno di consegnarla agli unici parenti che pare, abbia, gli zii che vivono nel Valleverde. La piccola, unica superstite di una famiglia del popolo dei Kiowa era casualmente scampata al massacro di cui erano rimaste vittime i genitori e la sorellina. Motivo della strage: lo sterminio delle minoranze etniche.
Questi sono i fatti: la guerra è quell'orrore istituzionalizzato che nessuna civiltà è riuscita ad evitare, ne è causa e conseguenza, spesso-troppo spesso, a tutt'oggi, inevitabile, quella furia cieca che vede nell'altro da sé, solo un nemico da abbattere!
Il capitano e la bambina intraprendono un viaggio lungo e faticoso, irto di ogni sorta di rischio che metterà costantemente a repentaglio la loro vita. Sopravviveranno non solo a tale "Mission"quasi "Impossible", ma soprattutto a quella zavorra di dolore che ha segnato in maniera indelebile, le loro esistenze.
Complice una natura , prima selvaggia e impervia, poi sempre più armoniosa e ospitale, questa dolcissima storia di amicizia, tra un adulto e una bambina, nata da un tragico ma provvidenziale incontro, illumina, come il sole che li accompagna e li guida verso la salvezza, anche il buio e quel vuoto di speranza in cui anche il nostro presente sembra essere naufragato.
Il tutto grazie ad una performance impeccabile, delicata e suadente di chi come Tom Hanks, l'attore protagonista, sa come raccontare una storia perché questa possa colpire nel segno, svegliare la ragione e nutrire il sentimento.
Sorprendente poi, data l'età, la disinvoltura quasi da attrice navigata, dell'esordiente Helena Zengel nel ruolo della piccola Johanna; a tratti selvaggia all'inizio, a poco a poco, si mostra sempre più cosciente e matura, grazie al fascino delle storie e alla forza delle parole che la aiuteranno a rinascere. Acquisito il linguaggio che l'anziano compagno di viaggio le ha con tanta tenerezza insegnato, saprà infine indicargli la strada di un futuro certo per entrambi: un futuro che non rimuove il passato ma che lo assume e lo supera inducendo a guardare finalmente avanti, con consapevolezza e serenità.
( Jolanda Elettra Di Stefano )
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