C'era 'na vota 'na lumera antica
Le lettere paterne che mi
descrivevano l’ansia di mia madre e due incidenti piuttosto gravi occorsi a due
compagni di squadra, mi fecero desistere dal proposito di fare l’aviatore, per
cui, di quella meravigliosa esperienza,
mi rimasero dei ricordi incancellabili oltre al brevetto di pilota che esibisco
ogni volta che viaggio in aereo, dove spesso mi invitano nella cabina di
pilotaggio a tutti interdetta, tranne ad un anziano collega. Dei ricordi però l’
atterraggio a Vigevano merita di essere raccontato, con tutti i particolari.
Ebbi un problema in volo e
dovetti fare un atterraggio di fortuna(mai termine fu più azzeccato). Planai in
piena piazza, la splendida piazza di Vigevano. Accorse un vigile il quale,
invece di preoccuparsi di soccorrermi, pretese innanzi tutto che io gli declinassi
le mie generalità. Io non avevo documenti con me, perché svolgevo una semplice
esercitazione, per cui pregai il tutore dell’ordine, preposto al traffico, in
questo caso, suo malgrado, anche aereo, di portarmi da un medico, giacché, per
quanto incolume, avevo la faccia sanguinante. E poi avremmo avvertito il campo
dove già i compagni erano in ansia per il mio ritardo. Finalmente il vigile mi
accompagnò dal medico, che era anche il
sindaco del Comune e questi, dopo
essersi assicurato che non avevo ferite preoccupanti, mi medicò le escoriazioni e, da buon samaritano, mi vestì anche, prestandomi un suo abito. Mi aveva già invitato
a rimanere suo ospite, quando giunse un’ ambulanza per riportarmi al campo. I miei
colleghi mi accolsero come se tornassi dall’altro mondo e stentavano a credere
che io me la fossi cavata bene, sicché, per farli riprendere dal loro sconforto
e festeggiare la mia avventura a lieto fine, pagai da bere a tutti. E di lì a
poco li salutai definitivamente. ( Da "C'era 'na vota 'na lumera antica")
( Jolanda Elettra Di Stefano)
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