" Tre piani"(2021) - Regia di Nanni Moretti Rieccolo lo splendido quarantenne che si godeva la sua città in pieno agosto a spasso con la mitica vespa; con qualche anno in più, ma con la stessa coriacea coerenza, lo ritroviamo, di nuovo, dietro la macchina da presa, a sfogare il suo disincanto in un opera di amara poesia. Non è più la Garbatella, ridente e assolata, a fare da sfondo a questi “Tre piani”, ultima fatica di Nanni Moretti, ma un elegante quartiere romano, immerso nel buio di una notte senza stelle. Il regista, questa volta, la prima volta, legge e fa suo il bel romanzo dello scrittore israelita Eshkol Nevo, lo priva di quella luce rosa che colora i cieli della Palestina e di esso crea una versione speculare nello spirito, ma non negli intenti. Da Tel Aviv voliamo a Roma che qui è emblema di un universo cupo e decadente, di un Occidente malato, dove la speranza è solo il nome di un ministro e il futuro, una direzione verso cui s
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